Il direttore di Libero ha dedicato alla conduttrice, recentemente sollevata dai suoi incarichi, un lungo editoriale.
Il recente licenziamento di Barbara D’Urso dalle reti Mediaset ha dato vita ad una grande polemica ed una lotta formata da due fazioni: i suoi supporter e chi non l’ha mai sopportata. A prendere le sue difese, questa mattina, c’è anche Vittorio Feltri. Il direttore di Libero ha scelto di dedicarle un lungo editoriale commentando la scelta del colosso della tv italiana.
“Barbara D’Urso – la definisce Feltri – è una stacanovista infaticabile che è in grado di portare a casa il risultato perché la sua tv, per quanto faccia storcere il naso a chi cerca di darsi un tono nonché agli invidiosi, sempre troppi quando si è bravi, funziona, piace, intrattiene, diverte, ma altresì informa, racconta la società, il costume, la cronaca, la vita degli ultimi, i quali vengono spesso dimenticati persino dai giornali, impegnati a rincorrere il politico di turno e più concentrati su sterili polemiche di tipo ideologico“.
“Il suo pubblico è suo personale – prosegue il direttore di Libero – non è semplicemente il pubblico di Mediaset. Ecco perché difficilmente il Biscione riuscirà a rimpiazzarla, almeno non nei cuori di quelli che da quindici anni la seguivano più o meno quotidianamente“.
L’addio di Mediaset
“Come ringraziamento – continua Feltri – per la dedizione, la costanza, l’impegno, Mediaset le dà un calcio sul posteriore e se ne libera in tutta fretta, addirittura prima della scadenza naturale del contratto, che sarebbe a dicembre. È dunque questo il nuovo corso che si accinge ad inaugurare l’azienda fondata da Silvio Berlusconi a pochi giorni dalla scomparsa di quest’ultimo?”
“Personalmente – spiega Vittorio Feltri – mi colpisce che ci sia questa volontà da parte di Mediaset come di ripulirsi, di ricostruirsi una reputazione, ora che il Cavaliere non c’è più, di fare una tv pettinata, composta, abbottonata, probabilmente già vista, noiosa, forse più simile alla Rai, magari una pessima copia, o caricatura, della tv pubblica. E mi colpisce ancora di più che per centrare questo obiettivo sia stato ritenuto necessario licenziare, anzi scaricare, una come Barbara D’Urso, la regina della tv popolare, da lustri al suo posto, una che non lascia gli studi neppure in caso di cataclisma.”
“Per cui questa mia non è una difesa d’ufficio, ma è il disegno della realtà“, chiosa il direttore di Libero.